USMIA esprime viva soddisfazione per il lavoro svolto dagli Stati Maggiori, dalla Rappresentanza Militare e dalla Direzione Generale delle Previdenza Militare che ha, recentemente, consentito di risolvere una situazione aberrante, configuratasi ai danni di coloro che al termine del periodo di servizio erano stati posti nella categoria dell’Ausiliaria.
A tali militari, Ufficiali e Sottufficiali, viene, infatti, puntualmente trattenuto il contributo previdenziale nella misura dell’8,80% sui pertinenti assegni di trattamento economico per l’intero periodo di permanenza nella suddetta posizione giuridica, nel mentre, l’Amministrazione della Difesa, in qualità di Datore di lavoro, non prevedeva il contestuale versamento all’INPS della percentuale contributiva di propria competenza (pari al 24,20%), né valorizzava, all’atto del transito dei militari nella posizione della Riserva, il montante contributivo accantonato pressoché da tutti gli aventi causa, considerato che il personale in questione, nell’attuale fase di fuoriuscita dal servizio, è ormai assoggettato ad un sistema di calcolo di tipo misto (“pro rata” a partire dall’1.1.2012 o “misto” con calcolo contributivo a partire dal 1.1.1996).
Le diposizioni recentemente emanate con la Circolare n. M_D A9934676 REG 0036294 in data 14.4.2022 da parte della Direzione Generale della Previdenza militare, prevedendo il ricalcolo dei trattamenti di pensione definitiva già liquidati a partire dall’1.1.2012, con conseguente valorizzazione dei montanti contributivi accantonati nel periodo di ausiliaria, nonché l’analogo calcolo per coloro che si accingono, nell’attualità, a terminare il periodo di ausiliaria, ha indubbiamente sanato un grave vulnus ai danni degli interessati e scongiurato l’insorgere di un nuovo esteso, ingiustificabile contenzioso.
A tale riguardo, USMIA ha altresì espresso alle Superiori Autorità la propria preoccupazione, laddove all’attività ordinaria svolta normalmente dai Centri pensionistici di Forza Armata e dalla stessa PREVIMIL si assommerà, ora, la necessaria attività di ricalcolo e regolarizzazione dei trattamenti di pensione definitiva già decretati negli anni passati i quali, in una situazione di normalità, venivano evasi in un tempo che solo recentemente si era opportunamente ridotto (segnatamente ai trattamenti decretati dalla D.G.) ad un periodo medio di ca. 15 / 18 mesi.
Nel merito, è stato dunque proposto di prevedere che:
Scarica al seguente link la lettera inoltrata alle S.A.
Roma, 20 maggio 2022
IL SEGRETERIA GENERALE
Leonardo NITTI