Ricorso del SIAMO respinto, le motivazioni del Tar del Lazio dovrebbero essere da insegnamento per il futuro

Ricorso del SIAMO respinto, le motivazioni del Tar del Lazio dovrebbero essere da insegnamento per il futuro

ROMA – ASPMI (Associazione Sindacale Professionisti Militari), SAM (Sindacato Autonomo dei Militari), e USMIA Interforze ci tengono a mettere in risalto le motivazioni, appena pubblicate, che hanno portato il Tar del Lazio a respingere il ricorso proposto dal SIAMO (Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato) Esercito in merito a presunte pratiche antisindacali riscontrate nel sistema di gestione delle deleghe. Il sindacato SIAMO ha lamentato presunte violazioni delle procedure e presupposti di legge nella raccolta delle deleghe da parte di altre organizzazioni, sottolineando che la validazione da parte dell’Amministrazione avrebbe leso le loro prerogative sindacali ai fini della determinazione del rispettivo livello di rappresentatività di ciascuna sigla nell’ambito della Forza Armata. Un ricorso privo di ogni fondamento che tuttavia avrebbe potuto comportare, se accolto, una minaccia per tutta la rappresentanza sindacale, rallentando – con il rischio persino di compromettere – la piena operatività delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari. Per intenderci, se in questi giorni i sindacati militari sono al tavolo della contrattazione per il rinnovo del triennio 2022-2024, per la prima volta della storia, lo si deve anche alla sentenza del Tar del Lazio che ha disinnescato un attacco deplorevole che poteva comportare un danno alla tutela di tutto il personale militare. 


Un ricorso tra l’altro presentato in maniera confusionaria, come si legge tra le righe delle motivazioni della sentenza appena pubblicate dal Tar del Lazio, ad esempio in merito alla contestazione mossa per il fatto che alcuni sindacati siano stati avvantaggiati da un diverso calcolo del montante su cui parametrare la trattenuta sindacale. Come spiegato dal Tribunale Amministrativo, infatti, non solo la segnalazione è “rimasta sostanzialmente indeterminata circa chi e per quanto si sarebbe pretesamente avvantaggiato del diverso calcolo”, ma dalla fase di giudizio non sono emersi neppure “episodi, atti o documenti che comprovino vantaggi conseguiti da altri sindacati a seguito dell’applicazione a loro vantaggio di trattenute inferiori allo 0,5%”. 

Questi sono solo alcuni esempi sui punti contestati dal SIAMO che sono stati prontamente smontati dai giudici del Tar del Lazio, che lasciano intendere che per gli stessi vi è stato addirittura un vantaggio rispetto alle altre sigle sindacali che “hanno subito anche la penalizzazione rispetto al ricorrente di consistenti perdite di contributi per ogni mese di ritardo nell’attivazione del meccanismo”, rilevando così la mancanza di una reale minaccia alla rappresentanza sindacale rispetto alle situazioni descritte. Anzi, se proprio vogliamo l’unica minaccia è stata proprio il ricorso stesso, che queste Associazioni ritengono sia stato mosso non per la tutela del personale come invece si è voluto far passare. Auspichiamo che questa sentenza possa essere di insegnamento, nonché ragione per concentrarsi in futuro su battaglie più affini alla tutela dei militari. Cominciando dalla trattativa per il rinnovo di contratto che ci vede seduti al tavolo, mettendo da parte ogni interesse di parte che non si sposa con la ratio sindacale, in favore di maggiori diritti e una migliore valorizzazione economica nei confronti di chi ogni giorno è impiegato per garantire la difesa del Paese. 

Roma 7 maggio 2024

ASPMI                                 SAM ESERCITO                                  USMIA

                  I soci fondatori                   Il segretario generale           Il segretario generale Interforze

Francesco Gentile                        Antonino Duca                              Leonardo Nitti

                          Leonardo Mangiulli

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