
ATTO DOVUTO O “ATTO POLITICO”? TUTELARE CHI TUTELA NON È SOLO UN PRINCIPIO, MA UN DOVERE DELLO STATO
USMIA Carabinieri, per voce del Segretario Generale Carmine Caforio, ribadisce l’urgenza di garantire una tutela legale concreta e immediata per gli operatori di polizia, colmando il divario tra principi teorici e strumenti operativi.
Caforio, a nome di USMIA Carabinieri, ringrazia la Premier Giorgia Meloni per aver dato il giusto valore all’azione del Comandante di Stazione di Villa Verucchio, sollecitando l’amministrazione a farsi carico di tutte le spese legali e a proporre il sottufficiale per una benemerenza, avendo salvato delle vite con la sua azione ardita e legittima, purtroppo terminata drammaticamente con la morte dell’accoltellatore.
Un grande segnale di forza e coraggio da parte dello Stato, sottolinea Caforio: “Uomini e donne in uniforme ormai aspettano da troppo tempo che venga restituita loro la meritata fiducia e strumenti di difesa rapidi ed efficaci, capaci di preservare, nell’immediatezza, le loro condizioni economiche, la dignità personale, il morale operativo e di rafforzare l’autorità della Giustizia.”
L’urgenza di un intervento legislativo è dettata dal preoccupante incremento di fenomeni criminali sempre più allarmanti, che accrescono la percezione di una diffusa insicurezza sociale e di impunità per chi delinque.
I recenti episodi di cronaca, che hanno scosso l’opinione pubblica, rendono necessario trasformare i principi in azioni concrete per chi rischia la vita ogni giorno per la sicurezza del Paese.
Il cosiddetto “atto dovuto” – spesso un passaggio formale per iscrivere un pubblico ufficiale nel registro degli indagati – non rappresenta sempre un semplice adempimento procedurale. In alcuni casi, diventa un “atto politico” che pone le Forze dell’Ordine in una condizione di frustrazione per via delle conseguenze legali sproporzionate rispetto alle azioni compiute nell’adempimento del dovere.
Per chi opera in nome e per conto dello Stato, questi procedimenti potrebbero essere gestiti diversamente, garantendo trasparenza e accertamenti rigorosi, senza però compromettere la serenità del pubblico ufficiale e della sua famiglia. È fondamentale proteggere i principi di giustizia e legalità, ma è altrettanto importante preservare il morale di chi lavora per la sicurezza collettiva.
USMIA Carabinieri, grazie a un elaborato redatto da esperti del settore e basato sull’esperienza operativa, propone una serie di misure per sanare lo squilibrio tra chi garantisce la sicurezza e chi la minaccia.
Tra le principali emergono:
Coinvolgimento diretto e rapido dell’Avvocatura dello Stato: ogni pubblico ufficiale deve poter accedere a una tutela legale immediata e gratuita, incluse consulenze tecniche, a carico del Ministero competente, garantendo la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Sospensione dei procedimenti amministrativi: evitare l’avvio di procedimenti disciplinari o amministrativi fino al completo accertamento dei fatti, garantendo decisioni eque e basate su elementi concreti.
Caforio conclude: “Il modello secondo cui indagare il pubblico ufficiale è un atto dovuto non è più adeguato a contrastare una criminalità sempre più agguerrita e spavalda, sicura di rimanere impunita. Al contrario, chi opera in difesa del cittadino non deve continuare a temere di rimanere intrappolato in un processo estenuante solo per aver svolto il proprio dovere.”
Roma, 9 gennaio 2025
IL SEGRETARIO GENERALE
CARMINE CAFORIO